Il lavoro psicologico attinge da una vasta gamma di teorie per esplorare la complessità delle relazioni umane e del benessere individuale. Tra queste, la teoria di Alexander Lowen sul grounding (radicamento) offre una base essenziale per comprendere il legame tra corpo ed emozioni, che si estende fino a includere aspetti più recenti della ricerca neuroscientifica, come il concetto di cellule nervose risonanti di Joachim Bauer.
Lowen sottolinea che il grounding è fondamentale per connettere l’individuo al proprio corpo e al momento presente. Essere radicati significa avere un contatto solido con la terra. Questo radicamento non è solo fisico ma anche energetico: il campo energetico di una persona, secondo Lowen, riflette il suo stato emotivo e psicologico. Nella relazione terapeutica, il terapeuta deve essere ancorato al proprio grounding per offrire al cliente uno spazio sicuro e stabile.
Stephen Porges, con la sua teoria polivagale, amplia la comprensione del sistema nervoso autonomo, sottolineando l’importanza della comunicazione non verbale. Il riconoscimento delle espressioni facciali gioca un ruolo cruciale nella regolazione emotiva, poiché segnala sicurezza o pericolo. La mimica del volto del terapeuta può influenzare profondamente il cliente, facilitando o inibendo la connessione. Questo meccanismo è legato ai neuroni specchio, che ci permettono di comprendere e risuonare con gli stati emotivi altrui.
Joachim Bauer ha introdotto il concetto di cellule nervose risonanti, evidenziando che, oltre allo sguardo e alla mimica, altre sensazioni – come il tono di voce, il ritmo del respiro e persino le vibrazioni corporee – sono fondamentali per l’acquisizione di informazioni tra terapeuta e cliente. Questi segnali creano un campo di comunicazione silenziosa ma potente, che va OLTRE LE PAROLE e facilita la comprensione reciproca.
La VOCE è uno strumento centrale nella relazione terapeutica. Il tono, il ritmo e il volume trasmettono molto più delle parole stesse. Un terapeuta che utilizza una voce calma e centrata può invitare il cliente a sentirsi accolto e compreso. Tuttavia, il vero fondamento della connessione risiede nella respirazione. Il respiro del terapeuta funge da guida implicita, regolando il campo energetico condiviso e promuovendo un senso di sicurezza nel cliente.
Verso un Approccio Integrato
L’integrazione di questi concetti – dal grounding di Lowen alla teoria polivagale di Porges, fino alle cellule risonanti di Bauer – invita i terapeuti a coltivare una presenza consapevole e radicata.
La relazione terapeutica non è solo un dialogo verbale, ma un continuo scambio energetico, emotivo e corporeo.
Per il terapeuta, essere radicato e in sintonia con il proprio respiro non è solo una pratica personale, ma un ATTO DI CURA NEI CONFRONTI DEL CLIENTE.
Lina Pietroboni